
Ciao! Oggi voglio raccontarti una storia…
Prima che ti venga la voglia di chiamare il manicomio per farmi internare, ricorda che è successo tutto veramente, ma che allo stesso tempo è solo una metafora.
In questa storia sono contenute alcune potenti tecniche per migliorare la tua vita!
Ti auguro di scoprirle e di farle tue…
Iniziamo!
Sono le 7 del mattino quando la sveglia inizia a suonare. Non ricordo quando è stata l’ultima volta che ho messo la sveglia, forse in occasione di qualche viaggio per evitare di perdere l’aereo.
Il letto è cosi caldo e riposante che mi sembra un delitto lasciarlo, ma mi sono ripromesso di creare delle nuove abitudini positive.
Così richiamo tutta la forza di volontà e la disciplina che ho in corpo e butto giù il primo piede dal letto, poi il secondo.
Mi dirigo verso la cucina e realizzo che il corpo è ancora intorpidito. Mi muovo lentamente e sento tutto ovattato come se fossi sott’acqua.
Mi siedo sul divano e prendo i vestiti. Inizio ad indossarli e ad ogni capo la mia mente trova un buon motivo per tornare a letto.
“Sei vecchio e non ce la farai”
“Correre non serve a nulla”
“Sei troppo pesante e ti faranno male le ginocchia”
“Fa ancora troppo freddo per correre all’aria aperta”
Riesco a vestirmi e a mettere il primo piede fuori casa, mi giro verso la porta per richiuderla e ancora ho la sensazione che mi pentirò di questa scelta.
Mi infilo l’mp3 nelle orecchie e inizio a correre lentamente. I miei movimenti sono lenti e sgraziati e il ginocchio sinistro effettivamente mi fa male.
Stringo i denti e vado avanti, la musica mi distrae dal dolore e dall’imbarazzo di non avere una falcata pulita e una velocità adeguata.
Sembro un po’ un trattore che si muove a fatica nei campi infangati dopo la pioggia.
Non posso andare avanti così, devo prendere il controllo dei miei pensieri.
Mi concentro sull’aria fresca nei polmoni, sul sole che mi scalda la faccia, sul cielo terso che non presenta nuvole.
Mi concentro sulla bellezza degli alberi e dei fiori che la primavera ci inizia a regalare e naturalmente vado avanti.
I passi diventano più coordinati i movimenti più leggeri e il dolore al ginocchio sparisce, sento l’aria che mi gonfia i polmoni e il sudore che mi gremisce la fronte.
Ad ogni passo mi sento più energico, più forte, più deciso.
Ormai il letto è solo un ricordo noioso.
Continuo verso l’obiettivo stabilito e non mi sento stanco per niente, mi faccio prendere dalla musica ed aumento leggermente la velocità.
Sono quasi arrivato al punto di arrivo, sono circa al 90% del percorso prestabilito.
Ed eccolo li che spunta dal nulla: un Demone.
“Sei quasi arrivato” mi dice, “hai fatto abbastanza, ora puoi camminare, non vorrai mica affaticarti troppo? E poi guardati, hai il fiato corto e secondo me non ce la fai ad arrivare in fondo”.
Lo conosco ormai, è sempre stato lì ogni volta ad ingannarmi a dirmi che il 90% è sufficiente e che non c’è bisogno di portare a termine le cose.
Mi teneva stretto con una catena al collo e mi faceva guardare i miei sogni da una distanza in cui li potevo percepire, ma non li potevo realizzare.
Oramai vedo il punto d’arrivo, ma il demone tira la catena sempre più forte e sembra diventare sempre più convincente.
D’un tratto dal traguardo, ancora abbastanza distante, ma visibile ad occhio nudo, parte un urlo potente e virile, e qualcosa luccica all’orizzonte.
Una lancia lucente partita dal traguardo taglia l’aria, mi passa a lato e si conficca con forza nel ventre del Demone che si dissolve in miliardi di pezzi che scompaiono nell’aria.
I miei occhi si sforzano a mettere a fuoco il traguardo e ora distinguo nitidamente il Re Leonida, ancora nella posizione di chi ha appena usato tutta la sua energia per tirare una pesante lancia.
Mi guarda come se mi stesse attendendo da sempre. Lui, esempio di determinazione e di capacità di portare le cose a termine anche a costo della vita, mi aspetta sul traguardo per celebrare la vittoria.
Manca poco e ormai sono libero dalla catena del demone e mi sento più leggero e più forte che mai.
Tutto il mio essere si prepara alla gloria.
Gli ultimi due passi e finalmente mi trovo dinnanzi al Re che mi guarda, sorride e mi indica un punto 500 metri più avanti.
“Domani ci vediamo lì” e scompare.
Riprendo fiato, ritorno alla realtà e mi sento pervaso di benessere e gioia, e capisco di essere stato insignito di un grande dono.
Il dono dell’autodisciplina.
Se vuoi scoprire altri segreti per migliorare la tua vita clicca qui
A presto!