
Da tempo promuoviamo il concetto dei ruoli personali istantanei. Ovvero quando una persona può, in base alle circostanze o alla sua volontà, ricoprire il ruolo di spettatore, protagonista o regista del singolo momento o anche dell’intera vita, del proprio destino.
Quando si è protagonisti — si agisce per ottenere un risultato.
Quando si è registi — si programmano le azioni da fare e da delegare, e si esegue il controllo dei risultati.
E quando scegliamo di diventare dei semplici spettatori, ci rilassiamo e assistiamo allo spettacolo senza alcun intervento da parte nostra, come quando andiamo al cinema o a teatro.
Per esempio: nel momento in cui progettiamo la nostra carriera o il nostro business siamo dei registi, quando passiamo all’azione formando la società o contattando i primi clienti diventiamo dei protagonisti. E quando poi, con i risultati in mano, ce ne andremo in vacanza alle Maldive, saremo prevalentemente dei semplici spettatori…
Attenzione, perché questi ruoli possono cambiare velocemente anche nell’arco di una giornata!
Per esempio quando in mattinata al lavoro ci occupiamo degli obiettivi tattici (parliamo con i clienti o partner, rispondiamo alle email, ecc…), nel pomeriggio ci dedichiamo alla strategia facendo una riunione con i soci, e in serata andiamo al cinema con la nostra dolce metà.
Ma c’è ancora un ruolo in cui ci può capitare di scadere o con cui potremmo scontrarci durante le giornate: la PREDA.
Senza troppi giri di parole, diciamo pure che la preda è uno spettatore sfigato.
Ovvero una persona che si è trovata in circostanze spiacevoli, ma non fa nulla per cambiarle o per uscirne.
Significa che le prede invece di cambiare il ruolo e diventare dei protagonisti per trasformare le circostanze, rimangono al loro posto facendo un’unica azione, nonché l’azione più sfigata che si possa fare: si lamentano!
Sperando che arrivi il principe azzurro o un miracolo in grado cambiare le circostanze odiose senza che loro debbano fare nulla.
Le prede si comportano e vengono percepite di conseguenza: non hanno alcuna influenza sul mondo esterno o interno a loro (non controllano le emozioni), hanno paura dei più forti e possono comportarsi in modo isterico e prepotente con i più deboli, fanno pena, cercano compassione, commiserazione e pietà. Se gli si da corda diventano pure dei perfetti vampiri energetici.
Insomma, si tratta di esseri abbastanza miserabili.
Il problema è che spesso le persone cadono in questo ruolo NON perché siano delle perfette prede di natura, ma semplicemente perché per esprimersi usano il cosiddetto «dizionario della preda». E siccome il nostro linguaggio quotidiano influenza fortemente la nostra visione del mondo e i nostri comportamenti, queste frasi ci portano inevitabilmente nella trappola della preda.
In questo articolo scriveremo, una volta per tutte, l’insieme delle frasi da NON pronunciare MAI e per nessun motivo. E se ti dovessero venire in mente altre frasi da preda — scrivile nei commenti e le aggiungeremo alla lista!
Dunque, hai mai sentito la frase «scuse o risultati»?
Significa che una persona può avere o scuse o risultati, ma mai entrambe le cose insieme. Semplicemente perché chi ha i risultati non ha bisogno di scuse, e chi tira fuori le scuse è perché non ha ottenuto i risultati.
Chiaro, no?
È importante capire che le prede si esprimono prevalentemente in termini di SCUSE e non di osservazioni dell’oggettiva realtà in base alla quale determinare azioni concrete da mettere in atto.
Anche se alle prede queste scuse sembrano del tutto razionali, sempre scuse sono.
Sarebbe strano se un adulto dicesse «mi sono fatto la pipì addosso perché…»
– «non ho avuto il tempo di andare in bagno»
– «non credevo abbastanza in me stesso»
– «sono fatto così, che ci posso fare?»
– «non mi hanno permesso di andare in bagno»
Difficile da immaginare, vero?:)
Se le circostanze in cui ti trovi non ti piacciono (senti il bisogno di farla:)) fai di tutto per cambiale, giusto? A costo di infrangere le «regole sociali» e farla per strada, perché ormai ti scappa.
Cioè: AGISCI, ma non te la fai addosso.
Ma, a volte, in circostanze meno pressanti (anatomicamente parlando) piuttosto che AGIRE preferiamo usare le SCUSE, preferiamo usare il «dizionario della preda». Diventando, di fatto, una PREDA.
E ricordiamoci che una preda può sperare in un po’ di commiserazione, ma mai avrà il RISPETTO.
Oppure quell’odioso comportamento da preda potrebbe essere semplicemente ignorato.
Questo nel migliore dei casi, quando la preda si trova davanti ad una persona consapevole e matura.
Perché nel peggiore, se la preda troverà davanti a sé un altro vampiro energetico, o comunque qualcuno che non sia disposto a condividere la propria energia sotto forma di comprensione e compassione… Cosa succederà?
Beh, hai presente quei bambini che quando scoprono il punto debole di un compagno di classe, continueranno a ficcare il dito nella piaga finché non lo faranno impazzire?
Ecco, ricordati che alcuni adulti sono peggio dei bambini.
Detto ciò, come si può risolvere praticamente questo problema: come riconoscere ed evitare il comportamento da preda?
Metodo PRIMO:
Leggi la lista e tira giù (scrivi a parte) le frasi che ti capita di pronunciare (di rado o spesso, non ha importanza). Posiziona questa lista personalizzata in modo da averla quasi sempre nel tuo campo visivo: attaccala al monitor se lavori in ufficio, o sul cruscotto se passi molto tempo in macchina, ecc…
Avendo questa lista costantemente sotto gli occhi, presto diventerà più difficile usare quelle frasi. Il top sarebbe pensare sin da subito le frasi positive e costruttive con cui sostituire quelle «da preda».
Metodo SECONDO:
Fai vedere la tua lista personalizzata ad un amico fidato e chiedigli di fartelo notare ogni volta che ti sentirà pronunciare una di quelle frasi. Spiegagli che appena ne sente una ti deve avvisare dicendoti/urlandoti «PREDA!».
E ogni volta che lui ti dirà «PREDA!» tu lo ringrazierai (basta un semplice e sincero «grazie») e farai 10 flessioni (se sei una donna — 10 squat, che ti faranno bene a prescindere;)).
Metodo TERZO:
È un mix tra il primo ed il secondo metodo. Ovvero: ogni volta che ti accorgerai da solo di aver pronunciato una di quelle frasi, fai IMMEDIATAMENTE le tue 10 flessioni (o 10 squat) ovunque tu sia! Sì, anche se sei in un luogo pubblico.
DIZIONARIO DELLA PREDA (chiaramente ogni frase va contestualizzata, ma confidiamo nel tuo buon senso;))
- Se non fosse per …, ce l’avrei fatta sicuramente!
- Se fossi davvero innamorato di me, non faresti questo.
- La vita è ingiusta.
- Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?
- Non posso farci nulla.
- Come sono stanco di tutto questo.
- La gente non cambia.
- Mi innervosisce il fatto che…
- Nessuno mi capisce.
- Nessuno mi ascolta.
- Sono stato educato così.
- Ormai è tardi per cambiare.
- Mi sono rotto le scatole.
- Ho sempre una gran sfiga.
- Non ho nemmeno il tempo per me.
- Non mi va (pigrizia).
- Non mi hanno permesso.
- Nessuno mi ha detto che si può fare così.
- Io non volevo, ma ho dovuto farlo.
- Nessuno mi aiuta.
- Devo fare tutto da solo.
- Voglia di farlo saltami addosso.
- Incontro solo stronzi/puttane.
- Non è possibile fare qualcosa in mezzo a gente/circostanze così
- Le ragazze/i per bene ormai non esistono più.
- La gente è così arrogante.
- Ma io sono una ragazza/donna!
- Loro si dovrebbero comportare diversamente/meglio.
- Dalla persona dipende poco, è tutto nelle mani di Dio / Gesù / Allah / Buddha / Universo / ecc…
- Mi è successo…
- Così non è giusto!
- Mi stai pressando continuamente, e devo sempre fare come vuoi tu!
- Ti devi scusare con me.
- Non ho le forze.
- Non riesco / Non ce la farò
- Non sono in vena di farlo.
- Ho troppe cose da fare!
- Il mio carattere è così, che ci posso fare?
- È troppo tardi per cambiare qualcosa.
- Che cosa le ho fatto per trattarmi così?
- È tutta colpa del governo!
- È colpa loro!
- Sono i nonni a rovinarmi i figli…
- È un lusso che non mi posso permettere.
- È il meteo / tempeste magnetiche / luna che mi influenza.
- È troppo per me.
- È un trauma infantile.
- È terribile! Non si può andare avanti così!
- Io non ho toccato nessuno, sono loro che mi danno fastidio!
- Sono soltanto un piccolo ingranaggio in questo sistema.
- Ho lavorato tutta la vita per darti da mangiare ed è così che mi vuoi ringraziare?
- Non vedo alcuna via d’uscita.
- Non è colpa mia.
- Non posso cambiare la situazione.
- Non farò in tempo.
- Sono abituato così.
- Io mi impegno e a lui non va bene mai niente.
- Non ne posso più.
- Io sono fatto così.
- E perché io?